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Sabato, 22 Febbraio 2020 05:24

Cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario 2020 presso la Corte dei Conti di Catanzaro - L'intervento del Presidente del COA Catanzaro In evidenza

Viene pubblicato il testo integrale della relazione del Presidente dell'Ordine Distrettuale del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Catanzaro, resa in occasione della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario presso la Corte dei Conti della Calabria.

Saluto, con sincera deferenza, il Presidente della Corte dei Conti Angelo Buscema e lo ringrazio a nome di tutta l’Avvocatura del Distretto di Catanzaro per la sua partecipazione alla Nostra inaugurazione dell’anno giudiziario, Saluto i Presidenti di Sezione Rita Loreto e Vincenzo Lo Presti, ed il Procuratore Generale, Giovanni Di Pietro.

Saluto, altresì, al rappresentante dell’ANM, ai Sigg.ri Magistrati togati ed onorari, le Autorità civili, militari e religiose, gli Avvocati e tutti coloro che sono oggi intervenuti.

Saluto, infine, il neo eletto Presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, augurando a lei ed ai cittadini calabresi un percorso governativo virtuoso per risollevare le sorti della Nostra Regione.

§§§§§

L’apertura dell’anno giudiziario si pone quale importante momento di riflessione in virtù delle delicate funzioni di controllo e giurisdizionale demandate alla Corte dei Conti, da considerarsi anche quale sostanziale organo di indirizzo della P.A. per un suo agire sano e legalmente orientato e di garanzia per l’intera collettività.

 

Nell’attuale periodo storico emergono nuovi bisogni, individuali e collettivi, sempre meno coordinati tra loro e sempre più in conflitto, anche a causa di politiche populiste che accentuano le differenze e quindi un diffuso odio sociale, anche tra categorie di fatto eguali.

 

Per la corretta funzione del sistema giustizia risulta essere fondamentale una sana e corretta interazione tra Magistratura ed Avvocatura, nel pieno rispetto dei ruoli e delle funzioni, con l’ambizione di privilegiare l’interesse collettivo.

L’Avvocatura, unitamente a tutti gli operatori del Diritto, deve alzare il livello delle proprie competenze e della preparazione tecnica, rispetto altresì i canoni del proprio codice deontologico.

 

Proprio attuando questa politica la nuova compagine del Consiglio dell’Ordine Distrettuale degli Avvocati di Catanzaro ha avviato importanti progetti per la formazione professionale, strutturando le attività di alta formazione della Fondazione Forense mediante la costituzione di ben otto dipartimenti per tutte le macro aree del diritto, con una osmosi importante con l’Università Magna Graecia, cosi come anche l’avvio della Scuola Forense per i praticanti avvocati, rappresenta una importante novità per il Nostro Territorio.

 

Del resto, le iniziative intraprese dalle Istituzioni forensi perseguono un’idea ambiziosa, quella di indossare una Toga per difendere cause giuste, da qui la invocata introduzione in Costituzione della figura e del ruolo dell’Avvocato, garante della tutela dei diritti al pari della Magistratura.

 

Di poi, non possiamo nascondere come i recenti fatti di cronaca giudiziaria del Distretto che hanno visto coinvolte magistratura e avvocatura abbiano messo in luce la fallibilità di un sistema e della stessa funzione giurisdizionale, in presenza di condotte deviate e contaminate, con il rischio di ingenerare nell’opinione pubblica la convinzione che esista un “sistema” alternativo all’applicazione corretta della Legge…per avere, paradossalmente, Giustizia !

 

Assistiamo, più in generale, al proliferare di condizioni che rendono poco agevole l’emersione degli illeciti, favorendo piuttosto l’infiltrazione di fenomeni patologici proprio negli apparati burocratici e pubblici, gli stessi che avrebbero dovuto garantire la presenza dello Stato sul Territorio.

 

A questo si accompagnano anche forme politiche e di comunicazione che enfatizzano il populismo giudiziario o peggio ancora alimentano il desiderio di giustizialismo delle masse, con il rischio concreto di influenzare anche componenti e attori fondamentali del processo, con inevitabile summa ingiustizia e ricerca pericolosa di consenso di massa.

 

E’ inevitabile, allora, la responsabilità delle strutture politiche e governative centrali che delegano di fatto (per la loro assenza) al potere giudiziario locale la risoluzione di ogni male, così gravando la funzione giurisdizionale anche dell’onere di risolvere i plurimi conflitti sociali ed economici in un Territorio dove ancora non trova attuazione il principio di equità sociale e dove forte è il senso di sfiducia verso tutte le Istituzioni.

 

Del resto, oggi il sistema processuale presenta troppe falle.

Non possiamo avere certezza sull’esito del giudizio perché nel nostro ordinamento sono vigenti centinaia di migliaia di leggi, spesso scritte male ed approvate peggio, e perché gli orientamenti giurisprudenziali, anche di legittimità, sono sovente ondivaghi.

Non possiamo prevedere neanche quanto tempo occorrerà per avere una sentenza, perché la durata del processo non è affatto nella disponibilità degli avvocati (non lo è mai stato, checché ne pensi qualche improvvisato opinionista), ed è pesantemente condizionata da cause, quale la carenza di organico e disfunzioni del sistema, rispetto ai quali l’Avvocatura non ha alcuna responsabilità, né potrebbe intervenire.

Deve essere sottolineato come le funzioni e le decisioni della Giustizia contabile siano di fondamentale importanza perchè capaci di intervenire per sanare i mali endemici e le gestioni discutibili degli apparati della Pubblica Amministrazione, specie in Calabria.

In questo quadro si inserisce anche l’Avvocatura per la sua capacità di fornire quegli elementi utili per il progetto decisionale, cercando di far comprendere anche all’opinione pubblica che le battaglie dell’Avvocatura sono battaglie per l’attuazione dei diritti e non già battaglie di mero corporativismo.

 

Il Sistema Giustizia ha bisogno di Magistrati e Avvocati liberi ed incondizionati, Forti, capaci di porre prima del “dovere giuridico”, un “dovere etico” nell’applicazione e nell’interpretazione delle norme.

 

Ciò ancor più in una Regione dove l’omertà e le collusioni sono gli elementi di forza del malfunzionamento della P.A..

 

E difatti, nonostante l’acceso dibattito sui fenomeni corruttivi, sulla necessità di trasparenza richiesta ai partiti, ai movimenti politici ed alle fondazioni, sono state proposte soluzioni inadeguate o peggio ancora riforme che accentuano il malfunzionamento e l’inadeguatezza del sistema giustizia.

 

Ma le disfunzioni della burocrazia, sono legate anche alla degenerazione del modello legale a causa della proliferazione di leggi, della concentrazione di plurime competenze in capo a pochi soggetti, alla prodiga costituzione di nuovi enti (inattivi) nati per soddisfare solo esigenze dei poteri forti o di partito, cosi ridisegnandosi rapporti sempre più disordinati tra la P.A. e privati.

 

Anche il conferimento di incarichi esterni alla P.A. oramai sfugge ai più elementari principi di trasparenza e meritevolezza e spesso celano forme irregolari dell’agire pubblico, poichè si attribuiscono -senza alcuna selezione- vantaggi e benefici economici all’incaricato, spesso legato da rapporti privati con il committente pubblico.

 

Purtroppo, nella Nostra Regione la principale fonte di conoscenza di quei fatti di interesse della Magistratura contabile rimane, ancora, la pubblicazione di notizie da parte degli organi di stampa e, ciò a causa della scarsa propensione alla denuncia.

 

E, quindi i percorsi iniqui, le scorciatoie indebite, la tendenza a tollerare anche i piccoli abusi nella quotidianità, costituiscono l’humus in cui proliferano posizioni di “potere” che trasformano prassi patologiche in pratiche di ordinaria normalità.

 

Ecco allora che la Magistratura contabile diventa in un Territorio difficile come quello calabrese un presidio di Legalità capace di determinare modelli virtuosi dell’agire pubblico, così contribuendo ad un nuovo senso di appartenenza allo Stato e nello Stato, anche da parte dei cittadini calabresi.

 

Ma la magistratura contabile più di ogni altra autorità giudiziaria conosce il territorio in cui opera, poiché è costretta a studiare (attraverso il controllo e l’intervento giurisdizionale) le cause di inefficienza e di deviazione della P.A. ed i fenomeni socio-economici con cui i primi si intrecciano.

 

Ritengo doveroso sottolineare l’attività di controllo della magistratura svolta in relazione al giudizio di parificazione sul rendiconto della Regione, che consente l’acquisizione di informazioni essenziali sull’attendibilità e sulla veridicità dei dati del bilancio regionale e, di conseguenza, il controllo incrociato anche sui bilanci di alcuni importanti Comuni.

 

Sul punto è da citare la complessa ed encomiabile attività istruttoria della Sezione del Controllo per la Regione Calabria che ha approfondito le criticità attraverso non solo i profili strettamente contabili del conto del bilancio ma anche quelli gestionali.

 

Ed invero, proprio attraverso il recente giudizio di parificazione la magistratura contabile locale ha individuato alcune patologiche cause di inefficienza dell’agire della Regione, giusta anche la grave immobilizzazione di importanti risorse economiche (essendo emerso, infatti, un dato allarmante secondo cui ingenti risorse finanziarie sarebbero divenute da anni indisponibili in conseguenza dei plurimi atti di pignoramento da parte di terzi).

 

Grazie sempre all’attività della Corte dei Conti è stato conclamato l’ulteriore dato critico regionale, derivato dall’elevato volume delle risorse impiegate per la spesa sanitaria, pari a circa l’80 per cento della spesa regionale.

Tale preoccupante quadro impone in tempi brevi una gestione competente e adeguata del sistema sanitario regionale, difficile da attuare con un commissariamento perpetuo e con un aumento cronico delle criticità, con inevitabili ricadute negative anche sugli standard dei servizi resi alla collettività e, quindi sulla valutazione dei livelli essenziali di assistenza sanitaria (i c.d. LEA).

 

Abbiamo, pertanto, bisogno di interventi strutturali, di un cambiamento radicale e di risorse umane ed economiche gestite, però, da persone competenti ed ONESTE.

 

Proprio per questo la Calabria ha bisogno di essere liberata, più di ogni altra Regione, dalla politica del malaffare, dalla diffusa mala gestio della macchina pubblica ed in tutto questo la Magistratura contabile può avere una ulteriore e fondamentale funzione di decontaminazione.

 

Sotto altro aspetto la funzione giurisdizionale deve, però, attuare al meglio il concetto/principio di giustizia sociale e di equità sociale, per dare senso e significato all’inciso “in nome del popolo italiano”, per questo condivido il pensiero del nuovo Presidente della Corte Costituzionale, Marta Cartabia, quando afferma che “la giustizia deve sempre esprimere un volto umano e “deve bilanciare le esigenze di tutti“.

 

Concludo citando proprio il Presidente della Corte dei Conti, Angelo Buscema:

Abbiamo il dovere di costruire insieme e concretamente la fiducia nel futuro del Paese”.

 

Grazie e buon lavoro per questo altro importante anno giudiziario.

 

Il Presidente dell’Ordine Distrettuale degli Avvocati di Catanzaro

Avv. Antonello Talerico

 

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